In queste settimane del famigerato reato di clandestinità, purtroppo se ne è parlato fino alla nausea. Ma il problema continua ad esistere, anche se non è questo l'unica causa di quello che è successo e che succede continuamente a Lampedusa e nelle terre di confine del Sud.
VIETATO CERCARE UNA VITA MIGLIORE, vietato aspirare ad un futuro per i propri figli, vietato andarsene dalla propria casa in fiamme, vietato scappare da una guerra o semplicemente vietato andare a "rubare" i lavori più umili e mal pagati agli europei!
Di fronte all'ennesima strage c'è ancora una Lega che sbraita, aizzando i quattro fedeli rimasti ad ascoltare, lo spauracchio del clandestino sporco-brutto-cattivo. E la destra segue a ruota con la consueta nenia della difesa dei "sacri confini della patria" dall'attacco di terroristi mascherati da donne e bambini!
Riportiamo a seguire il comunicato dei Sindacati Regionali, che vogliono riportare l'attenzione dell'opinione pubblica anche sul ruolo che può avere la nostra Regione in merito a questi temi.
Una Regione che da sempre è stata terra di Emigranti e che ora deve impegnarsi ad essere terra accogliente:
In sintonia con la Giornata di mobilitazione nazionale per "una diversa politica in materia di immigrazione e di asilo", proclamata unitariamente da CGIL, CISL e UIL Nazionali per venerdì 11 ottobre, e allarmati dal costante stillicidio di notizie ormai quasi quotidiane provenienti dal CIE di Gradisca d’Isonzo, le Segreterie Regionali di CGIL, CISL e UIL del Friuli Venezia Giulia esprimono la propria profonda preoccupazione e inquietudine per la situazione in cui versa la struttura detentiva isontina.
La situazione del CIE di Gradisca d’Isonzo è ormai arrivata a un livello di degrado non più tollerabile, che mette seriamente a repentaglio la salute e la dignità umana di tutte le persone - trattenute, operatori dei servizi e delle forze di pubblica sicurezza - che sono costrette loro malgrado a entrarvi.
Auspicando che il Governo italiano e l’Unione europea vogliano quanto prima mettere mano a una profonda revisione alle normative nazionali e sovrannazionali in materia di immigrazione e asilo, anche al fine di prevenire tragedie come quelle che troppo frequentemente si verificano nel Mediterraneo, chiedono che il CIE di Gradisca d’Isonzo venga immediatamente chiuso, in quanto struttura evidentemente non idonea alla funzione per cui è stata istituita.
Chiedono nel frattempo alla Regione Friuli Venezia Giulia di esercitare nei confronti del Governo nazionale ogni forma di pressione, perché venga pienamente riconosciuto il proprio potere di entrare liberamente all’interno del CIE di Gradisca d’Isonzo, al fine di esercitarvi quelle funzioni - verifica delle condizioni sanitarie in primis - che sono di propria competenza.
I segretari regionali di CIGL-CISL-UIL