A scatenare le diverse prese di posizione ci ha pensato la proposta di fusione tra le società LTA e SistemaAmbiente, che arriverà in votazione tra pochi giorni anche nel Consiglio Comunale di Fiume Veneto; "e ci arriva dopo un’unica seduta di Commissione Consiliare, svolta ad inizio agosto e dopo una lunga pausa, durante la quale non c’è stato alcun approfondimento né contatto informale tra i vari gruppi politici, doveroso secondo noi per la complessità e importanza dell’argomento" - afferma il capogruppo PD Loris Padoani.
"Sulla posizione scelta dal Sindaco Vaccher di dire NO alla fusione e di USCIRE da LTA abbiamo parecchie domande, che gli porremo anche in occasione del Consiglio".
- Uscire da LTA per andare dove e con quali penali?
- Con un operatore concorrente o in autogestione?
- Si sono già calcolati i costi/benefici dell'operazione?
- Quali cambiamenti tariffari e di servizio ci saranno per gli utenti?
- E poi, le opere realizzate in questi anni da LTA andranno pagate, a che prezzo?
Certo "cambiare strada" è legittimo, ma sarebbe corretto prima di farlo spiegare e motivare la scelta con la massima chiarezza e trasparenza in Consiglio Comunale e, soprattutto, di fronte alla cittadinanza, che su questo argomento mai è stata interpellata. Andrebbero quantomeno analizzati e spiegati i costi e benefici, sia a breve che a lungo termine.
Il progetto di fusione tra le due società LTA e SistemaAmbiente (entrambe a totale capitale e controllo pubblico) va sulla strada indicata dall’AEEGSI, l'Autorità per l'energia elettrica, il gas e il sistema idrico, che richiede alle società che fanno servizio idrico di servire un bacino di almeno 400/500 mila abitanti, per poter avere sostenibilità industriale in un mondo complesso quanto quello attuale.
Addirittura sarebbe auspicabile, per molti esperti del settore, una fusione ulteriore con la
pordenonese Hydrogea, per creare un soggetto ancora più forte (e meno ricattabile dalle grandi multinazionali del settore).
pordenonese Hydrogea, per creare un soggetto ancora più forte (e meno ricattabile dalle grandi multinazionali del settore).
Nella nostra Regione, come nel vicino Veneto (di tutt'altro colore politico), i vari Gestori stanno cercando di fondersi per rafforzarsi, perchè per affrontare le sfide del futuro occorrerà avere grandi risorse finanziarie per realizzare e mantenere opere come acquedotti, fognature e depuratori.
Occorre spiegare come la direzione diametralmente opposta (piccolo è meglio) possa essere sostenibile sul lungo periodo.
A Fiume Veneto poi, le opere programmate da LTA riguardano in massima parte la realizzazione di nuove fognature e impianti di depurazione: siamo infatti in una situazione molto delicata, di pre-infrazione europea, e abbiamo solo qualche anno per “metterci in regola”... poi scatterà la sanzione economica, salata e prolungata fino alla realizzazione delle opere mancanti.
Attualmente, proprio per un principio di sussidiarietà, Fiume Veneto -pur con una quota azionaria molto modesta- riceve interventi per 3 volte il contributo che dà attraverso i ricavi della bollettazione.
Occorre spiegare ai cittadini come si intende risolvere l'infrazione europea e come recuperare i soldi per la nuova rete fognaria e di depurazione.
Per scelte poco lungimiranti dei decenni passati, quando altri Comuni vicini provvedevano a dotarsi di fognature differenziate tra acque bianche e nere, opere importanti ma poco visibili agli occhi dei cittadini-elettori, a Fiume Veneto invece si sono fatte e rifatte piazze e pavimentazioni (ricordate la storia della cicala e della formica?).
Cerchiamo di non ripetere gli errori del passato – conclude Padoani – perchè abbiamo il dovere di dare i cittadini di Fiume Veneto il miglior servizio possibile e al costo più sostenibile. E la Politica, quando è seria, ha il coraggio di dialogare, confrontarsi ed approfondire il dibattito, per poi prendersi la Responsabilità di una scelta condivisa il più possibile.
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