venerdì 7 giugno 2013

la politica dei "taconi peso dei busi"

Passata la tornata elettorale, torna alla ribalta anche il tema delle opere pubbliche.
 
E nel nostro territorio, in questo periodo, significa parlare dell'area della SS.13 Pontebbana e della difficile situazione in cui versano il suo perimetro, parte nel comune di Fiume Veneto, parte in quello di Zoppola.

Una strada fondamentale e di grande scorrimento che vorrebbe essere un grande centro-commerciale in linea, e periodicamente si trasforma in una lunga fila di auto.

Stanno venendo al pettine uno ad uno errori e carenze progettuali che evidenziano quanto sia mancata una progettazione globale dell'area, che coinvolgesse in maniera attiva e partecipata tutti gli attori coinvolti nel cambiamento urbanistico (e aggiungerei anche "sociale") indotto dalle nuove opere, edifici ed infrastrutture.

Ultima notizia in ordine di tempo riguarda la "toppa" invocata da alcuni, per consentire alla comunità di Ponte Meduna un più agevole accesso a Pordenone.
Troviamo pubblicato l'esito della raccolta firme contro il cavalcavia in zona Ponte Meduna, via Vespucci, e spontaneamente ci sentiamo di sottoscrivere le ragioni di un Comitato che non vuole che vengano sprecati altri milioni di € per un'altra opera di dubbia utilità.

Cavalcavia bocciato da moltissime famiglie della zona, in quanto "non soltanto inutile, ma anche controproducente («costerebbe molto, servirebbe a pochi e il risparmio per questi non sarebbe di certo considerevole»), la costruzione di un cavalcavia. Oltre a bocciare un’eventuale opera di tale natura, i firmatari propongono alla Regione soluzioni alternative...".

Questo per noi non è il modo corretto di progettare i grandi cambiamenti. La responsabilità è condivisa tra Enti diversi, ma sempre ben riconoscibili a volere trovare, perché sotto ogni decisione presa c'è sempre una firma, interessi, opportunità.

Sarebbe meglio riuscissimo a completare veramente i progetti, anche se non li condividiamo fino in fondo. Bisogna in questo periodo di forzata essenzialità e mancanza di mezzi trovare soluzioni alternative e condivise, che vadano a mettere "toppe" serie e ben fatte sugli errori del passato.