venerdì 22 febbraio 2019

anche a Fiume Veneto... Primarie

Forse oramai ci siamo un po' abituati a tutto questo, alle candidature presentate e poi ritirate, alle tattiche ed ai programmi tutti simili, ai confronti pacati come alle schermaglie, alle votazioni intermedie, ... tanto che veniamo pure presi in giro dagli altri partiti, siano essi eterodiretti o teocratici, per l'impegno che mettiamo nell'organizzare le Primarie.

Nell'Italia sovranista, che usa le parole "popolo sovrano" in qualunque discorso (dando per scontata anche la triade di aggettivi italiano-bianco-cattolico), le Primarie sono un vero strumento di selezione della classe politica, il cui svolgimento alla luce del sole, certamente farraginoso e ridondante in taluni casi, permette a tutti di valutare il processo di scelta dei candidati.

Non così chiari sono invece i percorsi che individuano candidati e leader attraverso una rete opaca, piattaforme chiuse e piene di bug, senza validazioni terze né controlli incrociati di dati e risultati.
Questo quando va bene.
Quando va meno bene abbiamo partiti "teocratici", capeggiati da leader scelti da una cerchia ristretta, per motivi che al "poppolo" non è dato sapere, ma che si possono ben immaginare.

Insegnare al Partito Democratico l'abc della democrazia interna è diventato uno sport nazionale, nella Nazione del calcio, che non è riuscita manco a qualificarsi per i mondiali di calcio, pur avendo 60 milioni di commissari tecnici.

Milioni di italiani hanno votato negli ultimi vent'anni alle Primarie, siano stati di sinistra, che di centro, come pure -molti- di destra (magari solo per il gusto di provare, visto che mai un grande partito di destra ha scelto con votazioni democratiche il proprio leader).
Scegliere un leader, anche senza avere la tessera, è il desiderio che il Partito Democratico, e più in generale la sinistra italiana, ha reso realtà con le Primarie.

E noi continuiamo orgogliosamente su questa strada, aperta a tutti, diritta, senza ombre o trappole.






martedì 12 febbraio 2019

Politiche deboli contro problemi forti

In questi giorni abbiamo a che fare con altre due iniziative "pescate" dal programma-fiume con cui questa amministrazione si è presentata ai cittadini del nostro Comune; iniziative la cui gestione pratica lascia trasparire quanta poca programmazione e poca visione a lungo termine ci sia dietro a queste scelte, che sembrano di poco conto, ma sono indirizzate verso le fasce più deboli e in continua crescita.
Questi spot post-elettorali dimostreranno presto la loro inefficacia, se non saranno seguiti da una politica sociale seria, strutturata e condivisa con tutti gli attori che quotidianamente lavorano per e con i cittadini che più hanno bisogno di aiuto da parte della comunità in cui vivono. 
"Riscoprirsi Comunità" è un nobile obiettivo, prima che una frase ad effetto; obiettivo che difficilmente potrà essere raggiunto senza aver prima compreso l'importanza della condivisione degli obiettivi e del confronto vero tra i cittadini.


SI PUÒ FARE DI PIÙ SU LUDOPATIE

Fiume Veneto è uno dei comuni con il maggior numero di sale slot e di conseguenza, con uno dei più alti valori di giocate pro-capite: la dipendenza da gioco “rovina” economicamente e socialmente sempre più persone che perdono ingenti somme e anche i legami familiari con danni gravissimi. 

“Proprio su questo tema l’associazione Officine 9 aveva organizzato a giugno 2017 l’incontro “Giocarsi la vita. Famiglie e istituzioni contro il gioco d’azzardo patologico” - ricorda Annalisa Parpinelli in quell'occasione moderatrice della serata – positiva l’ordinanza del Sindaco Canton sulla limitazione degli orari di apertura di sale slot, che entrerà i vigore tra 60 giorni, ma bisogna fare molto di più
Per combattere un fenomeno tanto insidioso occorre dedicare energie e risorse all'informazione, attraverso canali diversi, come i medici di famiglia e le scuole. E tenere alta l’attenzione insieme alle realtà associative ed educative, importando buone pratiche dai comuni vicini. Serve una grande mobilitazione - conclude Parpinelli – ci aspettiamo dall'Amministrazione coinvolgimento e un vero piano di azione”.


SI PUÒ FARE DI PIÙ PER L'INCLUSIONE SOCIALE

“Nell'ultimo Consiglio Comunale abbiamo manifestato la nostra delusione per lo spostamento dell’iniziativa Centrotavola, ospitata finora nell'ex casa anziani - ribadisce Parpinelli capogruppo di Fiume Futura – valido il progetto che unisce più obiettivi: evitare lo spreco di cibo e far sentire parte di una comunità persone che rischiano di essere sole
La Parrocchia ha dimostrato generosità ed esprimiamo gratitudine per la scelta di ospitare l’iniziativa nei suoi locali. È stato invece poco coraggioso da parte della Maggioranza rinunciare ad ospitare Centrotavola in spazi pubblici, ed è grave che non abbia parlato della messa in sicurezza dell'ex casa anziani: questo sì un intervento urgente, non certo il ponte sul Mortol...”.

sabato 9 febbraio 2019

Isola del Fiume, qualcosa si muove...

In quei pochi giorni tra i le feste natalizie e il Capodanno appena passato - giorni pigri e assonnati tra un cenone e l'altro - si è rimesso in moto dal nulla (secondo fonti disattente) il progetto "isola del Fiume".

Erano passati passati oramai una quindicina d'anni da quell'operazione che era sfociata in un "unicum" fiumano: un concorso internazionale di idee per la ristrutturazione dell'area dell'ex-cotonificio, cuore (oramai immobile) dell'industrializzazione fiumana e non solo. Poi tutto fermo per anni. Ma questo Natale il "cuore" ha ricominciato a battere, e lo ha fatto proprio durante il sonnacchioso Consiglio Comunale del 27 dicembre (e non si dica che i politici sono sempre in vacanza!).

Una votazione all'unanimità che -seppure con molti "condizionali" soprattutto negli interventi di voto di PD e Fiume Futura- ha approvato l'avvio dell'iter della Variante al Piano Regolatore, che andrà a definire che cosa accadrà (cosa si costruirà) nei prossimi anni all'interno dell'isola del Fiume.

Ma quest'improvvisa accelerata natalizia unita all'assenza totale di una discussione/condivisione preliminare, non dico con la cittadinanza, ma neppure con i "portatori di interessi" (commercianti, professionisti, rappresentanti di categoria, "vicini di casa" ...) sta già creando malumore in paese. 
Un malumore destato da preoccupazioni più o meno motivate, invidie, ignoranza o mancanza di informazioni complete... soprattutto da chi è molto che spera in una rinascita del nostro paese, dopo le "mazzate" degli ultimi lustri.

Ma c'è anche unanimità positiva, nei discorsi di quei fiumani (ancora pochi) che hanno sentito riparlare dell'operazione "isola del Fiume", e si riscontra nella assoluta necessità di intervenire in un luogo tanto simbolico quanto abbandonato del nostro territorio: questa sarebbe un'occasione preziosissima di compartecipazione e di condivisione di un cambiamento che potrà influenzare fortemente il futuro di Fiume Veneto... nel bene o nel male!

Ma ad oggi poco o nulla trapela. E' ovviamente un'operazione privata, MA con fortissime ricadute sul centro del nostro territorio, su una viabilità pubblica già problematica, su popolazione molto eterogenea... e per molti anni a venire. A Fiume Veneto, più che a Pordenone o Cordenons, è veramente vicino il momento della riconversione delle grandi industrie ottocentesche del cotone.

E qui Privato ed Amministrazione potranno andare avanti in due modi: 
  • il primo, dialogando tra loro per portare ognuno più acqua possibile al proprio mulino (ndr, per chi non lo sapesse il primo passo dell'operazione si è quasi concluso, con demolizione dell'antico Mulino di Borgo Venezia e la sua ricostruzione con destinazione uffici
  • il secondo, coinvolgendo i cittadini più interessati, in una discussione più aperta in grado di spiegare l'intero progetto (dentro e fuori dell'isola), sapendo raccogliere e recepire le indicazioni e i consigli che arrivano da coloro che hanno vissuto e vivranno il centro di Fiume Veneto.
E' una occasione troppo importante da sprecare per il nostro paese di Fiume Veneto, che potrà essere motore di un cambiamento positivo (più attività commerciali, più servizi pubblici e privati ai cittadini, più bellezza e recupero della nostra storia, ...) oppure l'ennesima grana da gestire dopo l'epoca dei centri commerciali (con indotto di traffico, chiusura di negozi, inquinamento,...) e della delocalizzazione (capannoni abbandonati, fallimenti, disoccupazione,...).