martedì 2 agosto 2016

il convitato di pietra

L'espressione CONVITATO DI PIETRA, tratta dalla leggenda di Don Giovanni, indica una persona assente la cui presenza incombe sui presenti; una persona a cui tutti pensano, ma che nessuno osa nominare direttamente. 
In politica potrebbe essere, nel nostro caso, una questione di cui tutti parlano e dibattono da tempo, ma che nessuno ha il coraggio di affrontare alla luce del sole, per motivi di opportunità e di calcolo politico.

Sui quotidiani locali, da alcune settimane, tiene banco la vicenda dei richiedenti-asilo ospitati da un privato in centro a Fiume Veneto... oltre ai timori per i paventati (ma non reali) prossimi arrivi.

Una doverosa premessa. 
In questi anni il bacino del Mediterraneo e il Medio Oriente sono scossi da guerre sanguinarie e complesse. Le guerre in Libia e Siria si sono aggiunte a quelle in Sudan, ai focolai mai spenti in Afghanistan, Pakistan e Iraq. Oltre all'emigrazione per motivi economici, questi conflitti comportano un notevole numero di profughi che scappano dalla guerra e giungono alle porte di Italia, Grecia e Turchia. Di conseguenza i Governi, nazionale e regionale, hanno previsto delle soluzioni ad-hoc per gestire il problema; in particolare si è previsto di i distribuire nei vari Comuni gruppi di richiedenti asilo in un rapporto di 25 ogni 10mila abitanti... ovvero lo 0,0025%.

Pertanto anche a Fiume sono giunti in tempi diversi 3 gruppi: una famiglia di 5 persone in centro a Fiume, 10 ragazzi a Pescincanna e, in ultimo, 8 in via Kennedy.
Fino ad ora era passato tutto sottotraccia, ma l’arrivo di questi ultimi, forse per la posizione o forse per avere dato fastidio a persone troppo sensibili all'argomento in quesitone, ha scatenato una serie di polemiche e reazioni diciamo... scomposte.

La vicenda ha generato delle normali preoccupazioni da parte dei futuri vicini di casa, ma la politica locale, invece di spiegare la situazione chiarendo che questi profughi sono sottoposti ad una verifica ed un controllo da parte delle Autorità, del percorso che li ha...
portati a fuggire dalle loro case, si è finito per aumentare incertezze e paure.

Gli strumenti per controllare ci sono
I recenti attacchi islamisti in Europa ci hanno giustamente preoccupato (anche se sempre compiuti da cittadini europei) e quindi, oltre ai normali controlli sull'identità di queste persone, nello specifico la Cooperativa che segue i richiedenti-asilo assicura la presenza continua di un operatore italiano nell’abitazione che ospita i profughi.
A ciò si aggiunga che il Comune ha la possibilità di controllare la situazione sia con la polizia municipale, sia tramite gli operatori che seguono i giovani richiedenti asilo.
Questi sono strumenti e modalità che ha spiegato il Sindaco Vaccher stesso durante la recente Commissione Consiliare, convocata appositamente... ma -chissà perché- alcune posizioni riportate sulla stampa locale hanno rischiato, e rischiano tuttora, di alimentare un clima allarmistico ed estremista.
E' molto triste poi, da cittadini, leggere una serie di imbarazzanti post Facebook o ascoltare commenti sprezzanti contro questi rifugiati: ma preferiamo continuare a pensare che queste idee, talvolta gratuitamente violente, non appartengano alla stragrande maggioranza dei cittadini.

La mozione fantasma
La stessa confusione politica -voluta o meno- ha portato all'idea di una Mozione, che doveva essere presentata d’urgenza al primo Consiglio Comunale, il 28 luglio.
Un documento urgente per dire cosa? Una Mozione per richiedere uno stop all'arrivo di nuovi profughi in tutto il Comune di Fiume Veneto.
La cosa, che ha in sé del buon senso, è stata però presentata ai Capigruppo senza un confronto, in fretta e furia, creando così la sgradevole sensazione che ci fossero gravi e ulteriori problemi rispetto solo a qualche giorno prima.
Il ritiro della Mozione ha sicuramente giovato al ruolo istituzionale del Sindaco Vaccher, che è stato messo a dura prova dalla vicenda.

... e la posizione del PD fiumano?
Noi siamo convinti che, di fronte a questa migrazione epocale, non basti lamentare uno stop all'arrivo di profughi.
Chi scappa da una guerra e dalle torture non si ferma di fronte a muri o a filo spinato, nè tantomeno si può pensare di sparargli addosso (come qualche sciagurato invoca su Facebook). Il fenomeno che investe l’Europa va gestito e non rifiutato, altrimenti queste persone troveranno altre strade per arrivare, come ha ampiamente dimostrato la fallimentare legge Bossi-Fini.
Al Prefetto certamente si può scrivere una lettera, ma forse sarebbe più opportuno che la nostra Amministrazione partecipasse anche ai tavoli Regionali e Provinciali (o di area vasta) convocati per discutere e cercare di governare al meglio il problema.
A Fiume Veneto i consiglieri PD hanno scelto la strada di vedere da vicino la situazionepartecipando agli incontri istituzionali e alla festa che la Cooperativa Futura ha organizzato per far conoscere ai vicini i ragazzi pakistani e afgani appena arrivati, festa alla quale il Sindaco -pur annunciato- alla fine non è riuscito a partecipare.
Non si tratta di forzare l'integrazione o di minimizzare il problema, bisogna invece trovare il tempo e il coraggio per affrontare con intelligenza la situazione e dare attenzioni proporzionate ai reali rischi che si presentano.
Ci vuole più senso di responsabilità e maggiore e costante collaborazione tra Istituzioni.

Il messaggio è: non siamo soli
C'è uno Stato che è fatto dalle Istituzioni (Regione, Comune, Prefetto), ma anche da noi cittadini e dalle Associazioni che operano sul nostro territorio.
Speriamo che il nostro intervento di buon senso, abbia aiutato e possa aiutare in futuro il Sindaco a esercitare con piena consapevolezza il ruolo istituzionale di guida della comunità civile.

1 commento:

Unknown ha detto...

Una buona presa di posizione che mi auguro faccia tendenza!