sabato 9 febbraio 2019

Isola del Fiume, qualcosa si muove...

In quei pochi giorni tra i le feste natalizie e il Capodanno appena passato - giorni pigri e assonnati tra un cenone e l'altro - si è rimesso in moto dal nulla (secondo fonti disattente) il progetto "isola del Fiume".

Erano passati passati oramai una quindicina d'anni da quell'operazione che era sfociata in un "unicum" fiumano: un concorso internazionale di idee per la ristrutturazione dell'area dell'ex-cotonificio, cuore (oramai immobile) dell'industrializzazione fiumana e non solo. Poi tutto fermo per anni. Ma questo Natale il "cuore" ha ricominciato a battere, e lo ha fatto proprio durante il sonnacchioso Consiglio Comunale del 27 dicembre (e non si dica che i politici sono sempre in vacanza!).

Una votazione all'unanimità che -seppure con molti "condizionali" soprattutto negli interventi di voto di PD e Fiume Futura- ha approvato l'avvio dell'iter della Variante al Piano Regolatore, che andrà a definire che cosa accadrà (cosa si costruirà) nei prossimi anni all'interno dell'isola del Fiume.

Ma quest'improvvisa accelerata natalizia unita all'assenza totale di una discussione/condivisione preliminare, non dico con la cittadinanza, ma neppure con i "portatori di interessi" (commercianti, professionisti, rappresentanti di categoria, "vicini di casa" ...) sta già creando malumore in paese. 
Un malumore destato da preoccupazioni più o meno motivate, invidie, ignoranza o mancanza di informazioni complete... soprattutto da chi è molto che spera in una rinascita del nostro paese, dopo le "mazzate" degli ultimi lustri.

Ma c'è anche unanimità positiva, nei discorsi di quei fiumani (ancora pochi) che hanno sentito riparlare dell'operazione "isola del Fiume", e si riscontra nella assoluta necessità di intervenire in un luogo tanto simbolico quanto abbandonato del nostro territorio: questa sarebbe un'occasione preziosissima di compartecipazione e di condivisione di un cambiamento che potrà influenzare fortemente il futuro di Fiume Veneto... nel bene o nel male!

Ma ad oggi poco o nulla trapela. E' ovviamente un'operazione privata, MA con fortissime ricadute sul centro del nostro territorio, su una viabilità pubblica già problematica, su popolazione molto eterogenea... e per molti anni a venire. A Fiume Veneto, più che a Pordenone o Cordenons, è veramente vicino il momento della riconversione delle grandi industrie ottocentesche del cotone.

E qui Privato ed Amministrazione potranno andare avanti in due modi: 
  • il primo, dialogando tra loro per portare ognuno più acqua possibile al proprio mulino (ndr, per chi non lo sapesse il primo passo dell'operazione si è quasi concluso, con demolizione dell'antico Mulino di Borgo Venezia e la sua ricostruzione con destinazione uffici
  • il secondo, coinvolgendo i cittadini più interessati, in una discussione più aperta in grado di spiegare l'intero progetto (dentro e fuori dell'isola), sapendo raccogliere e recepire le indicazioni e i consigli che arrivano da coloro che hanno vissuto e vivranno il centro di Fiume Veneto.
E' una occasione troppo importante da sprecare per il nostro paese di Fiume Veneto, che potrà essere motore di un cambiamento positivo (più attività commerciali, più servizi pubblici e privati ai cittadini, più bellezza e recupero della nostra storia, ...) oppure l'ennesima grana da gestire dopo l'epoca dei centri commerciali (con indotto di traffico, chiusura di negozi, inquinamento,...) e della delocalizzazione (capannoni abbandonati, fallimenti, disoccupazione,...).


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